
Legge di Stabilità Immobili 2017
Guida
Novità per gli affitti e cedolare secca
Come ogni anno, in coincidenza dell’inizio dell’autunno, la legge di Stabilità porta novità nella gestione della politica economica italiana.
La legge di stabilità, chiamata in passato Manovra Finanziaria, costituisce una delle decisioni più importanti del Governo perché si pone l’obiettivo di indirizzare il presente ed il futuro economico-sociale del Paese.
Il 15 ottobre è il termine ultimo entro cui l’esecutivo deve approvare la suddetta legge in Consiglio dei Ministri e poi proporla in Parlamento per gli emendamenti, prima dell’entrata in vigore nel 2017.
Tuttavia già da ora cominciano a filtrare le prime indiscrezioni riguardo le novità della finanziaria, che prevede dei cambiamenti importanti per ciò che riguarda affitti e cedolare secca.
Se sei quindi un proprietario con uno o più appartamenti affittati, ti consiglio decisamente di continuare a leggere questo articolo.
Cos’è la cedolare secca?
Concedendo una casa in affitto, il locatore può scegliere se avvalersi del regime di tassazione ordinario, che prevede il pagamento dell’Irpef e conseguenti addizionali, oppure se usufruire della cosiddetta cedolare secca, un regime facoltativo ed agevolato, che permette di pagare un’imposta sostitutiva con differenti aliquote che dipendono dalla tipologia di contratto locativo.
Cedolare secca: come funziona?
Oltre ai vantaggi evidenziati nel precedente paragrafo, la cedolare secca permette di risparmiare le imposte di registro e di bollo che devono essere corrisposte ogni volta che si registra, si proroga o si cessa un contratto di locazione.
La cedolare secca esclude però la possibilità di affitto a chiunque usi l’immobile come studio e quindi per fini lavorativi.
Vieta inoltre al proprietario di applicare qualsiasi aumento del canone di affitto durante tutto il periodo di tempo per cui si è scelto questo regime di tassazione immobiliare.
Cedolare secca: l’Aliquota
Le aliquote si dividono in due tipologie a seconda del contratto in essere:
- Per i contratti d’affitto a canone libero l’aliquota è al 21% del totale annuo derivante dalla locazione
- Per i contratti a canone concordato in Comuni con mancanza di soluzioni abitative o densamente popolati, per quelli destinati agli studenti impegnati in studi universitari e per quelli in cui vi sono state calamità naturali come terremoti o alluvioni, l’aliquota è del 10%, sempre riferito al canone annuo di locazione.
Novità cedolare secca sugli affitti 2017
L’aliquota del 10% ha però un problema: scade proprio nel 2017, quindi la novità contenuta nella Legge di Stabilità sarà molto probabilmente quella di:
- Prolungare anche nei prossimi anni questa misura che ha come obiettivo, da parte dello Stato, quello di incoraggiare l’immissione sul mercato di alloggi sfitti a prezzo calmierato (canone concordato), ma anche quello dell’emersione di “contratti a nero” che, godendo dei vantaggi fiscali, possono essere regolarizzati producendo un aumento dell’imponibile dovuto alla cedolare e del conseguente gettito
- Ampliare la platea di chi può usufruirne, allargando per esempio il beneficio a qualsiasi tipo di contratto concordato senza tenere conto delle caratteristiche abitative del Comune in cui è posizionato.
Cosa succede al reddito con la cedolare secca?
Aderendo al regime di cedolare secca, il canone di affitto annuale si aggiunge agli altri redditi concorrendo a formare così un reddito complessivo valido ai fini della determinazione di detrazioni, deduzioni ed ulteriori benefici che fanno riferimento alla condizione reddituale, come per esempio il calcolo dell’ISEE o detrazioni per familiari a carico.
Quando e come si pagano le tasse sulla cedolare secca?
Le tasse sulla cedolare secca vengono divise in due tranche: l’acconto ed il saldo finale.
Naturalmente nel primo anno di attivazione della cedolare secca non viene pagato l’acconto perché non esiste ancora la base imponibile sulla quale calcolare il 95% che si paga quando viene effettuato l’acconto.
Il saldo va quindi a coprire la parte rimanente non coperta dall’acconto.
Come viene effettuato il pagamento
Il pagamento va effettuato con un modello F24 con i relativi codici tributo:
- 1840 – acconto prima rata
- 1841 – acconto seconda rata
- 1842 – saldo
Ulteriori novità riguardano il 730 o Unico, nel quale non c’è più l’obbligo di inserire il contratto d’affitto registrato a norma di legge nella prossima dichiarazione dei redditi 2017, e viene tolto anche l’obbligo di pagare gli F24 con cifre superiore ai 1000 euro solo online, quindi in via telematica, a causa delle proteste da parte di CAF e persone anziane circa la compilazione, tornando così ad un F24 di tipo cartaceo, sia sotto che sopra la soglia dei 1000 euro.