
Spesometro 2017: istruzioni
Guida
- 1 Spesometro 2017: istruzioni
- 1.1 Cos’è lo Spesometro?
- 1.2 Per cosa è nato lo Spesometro?
- 1.3 Chi deve compilare lo Spesometro?
- 1.3.1 Lo Spesometro 2017: quando inviarlo
- 1.3.2 Che informazioni vanno inserite nello Spesometro?
- 1.3.3 Quali sono le e azioni che non vanno dichiarate nello Spesometro sono?
- 1.3.4 Le attività che utilizzano moneta elettronica
- 1.3.5 Come si compila lo Spesometro?
- 1.3.6 Detrazioni Fiscali 2017: articoli consigliati
Lo Spesometro 2017 è uno degli ultimi strumenti ideati dal Fisco e messi a servizio del cittadino con partita IVA: si tratta del rendiconto di tutte le azioni ai fini IVA effettuate da un soggetto durante il corso d’anno in analisi, per poter verificare se il tenore di vita del dichiarante, basato sulle spese, è coerente con i guadagni dichiarati.
Sulla carta è un’idea geniale alla lotta all’evasione ma in pratica, come molte altre autocertificazioni, può diventare un’arma a doppio taglio, se non la si utilizzare bene o, addirittura, creare proprio problemi nella compilazione.
La prima cosa da dire è che l’invio dello Spesometro da parte di imprese e liberi professionisti si può fare solo per via telematica: è quindi fondamentale non commettere errori in fase di compilazione, perché, com’è facilmente intuibile, con il tenore della burocrazia vigente, apportare le eventuali modifiche non si tratta mai di un’operazione semplice. Quindi è bene informarsi nel dettaglio e cercare di capire al meglio cos’è, come funziona, come si compila e a cosa serve lo Spesometro.
Cos’è lo Spesometro?
Lo Spesometro è una comunicazione tra impresa/cittadino e Stato. A volte viene chiamata “comunicazione polivalente”, nome d’esordio, quando fu introdotto per la prima volta nel sistema fiscale italiano, nel 2010. È uno strumento esistente esclusivamente in Italia che non trova nessun tipo di corrispondenza all’estero né è conosciuto.
Il modulo dello Spesometro 2017 prevede che il soggetto passivo di IVA comunichi, telematicamente ed annualmente, tutti i propri acquisti soggetti ad emissione di fattura, quindi che movimentano IVA, e anche tutte le operazioni superiori a euro 3.600 anche in sola presenza di scontrino fiscale.
Nel corso degli anni, la legge è cambiata diverse volte e non è mai stata giudicata positivamente riguardo la sua funzionalità: di fatto l’evasione fiscale non è diminuita ed i software preposti all’invio di queste documentazioni hanno spesso guasti o malfunzionamenti che portano a disagi. In effetti era stato proposto di poter allegare lo Spesometro al normale modulo Unico, redatto dal commercialista, ma per adesso questo non è possibile e l’operazione va eseguita in autonomia e trasmessa per via telematica all’Agenzia delle Entrate.
Per cosa è nato lo Spesometro?
Lo scopo del rendicontamento annuale di vendite ed acquisti dei soggetti passivi d’IVA era quello di verificare quanto spendessero, in effetti, ditte e professionisti rispetto ai guadagni dichiarati sul modello Unico.
All’inizio era obbligatorio dichiarare solo le spese superiori ai 3.000 euro con fattura ed ai 3.600 senza fattura ma poi, ovviamente, accadeva che venissero fatte più fatture per unici acquisti. Ora, quindi, è necessario dichiarare tutti gli acquisti per i quali si è richiesta fattura senza limite minimo.
Per gli acquisti soggetti a semplice scontrino fiscale, invece, è ancora valido il minimo di 3.600 euro. Lo Spesometro doveva essere una specie di grande database che, se incrociato, avrebbe permesso verifiche tra acquirenti e venditori, in modo da poter controllare se le vendite effettuate fossero tutte adeguatamente fatturate e sottoposte a tassazione.
Chi deve compilare lo Spesometro?
Lo Spesometro è un dovere di tutti i soggetti giuridici passivi di IVA. Quindi devono compilarlo:
- tutte le aziende, utilizzando propria ragione sociale;
- i singoli imprenditori solo se hanno partita IVA personale;
- tutti i cittadini liberi professionisti che hanno una partita IVA, indipendentemente dalla loro professione.
I lavoratori dipendenti o chi riceve reddito da altre fonti, non sono obbligati a rendicontare le proprie spese.
Lo Spesometro 2017: quando inviarlo
Nei giorni scorsi è uscita la comunicazione ufficiale, da parte dell’Agenzia delle Entrate, riguardo lo Spesometro 2017 che, tendenzialmente, è sovrapponibile a quello del 2016. Anche per quest’anno l’amministrazione pubblica sarà esentata dall’obbligo di rendiconto e vengono esentati commercianti al dettaglio e tour operator dal rendicontare spese sotto i 3.000 euro in assenza di fattura ma di unico scontrino fiscale.
Lo Spesometro da inviare quest’anno è relativo al periodo di imposta del 2016 ed è da trasmettere entro il 10 aprile 2017 per i liquidatori d’IVA mensili ed entro il 20 aprile 2017 per quelli trimestrali, anche se si sta parlando già di proroghe fino a luglio o, addirittura, agosto.
Che informazioni vanno inserite nello Spesometro?
Le azioni passive d’IVA che vanno dichiarate al momento della compilazione dello Spesometro sono:
- tutte le operazioni rilevanti IVA quindi vendite ed acquisti che hanno richiesto emissione di fattura;
- tutte le operazioni rilevanti IVA anche senza fattura (esclusi soggetti che beneficiano di limiti)
Soggetti con limitazioni:
- commercianti al dettaglio: hanno l’obbligo di dichiarare tutti gli acquisti fatturati ma solo gli acquisti superiori a 3600 euro senza fattura
- tour operator: come i commercianti al dettaglio
- i contribuenti minimi che ricavano meno di 30.000 euro l’anno
Quali sono le e azioni che non vanno dichiarate nello Spesometro sono?
- tutte le spese già dichiarate in modi alternativi all’Agenzia delle Entrate, ossia tutte le bollette delle forniture di energia, gas, telefono, polizze assicurative, canoni;
- tutte le operazioni fatte interfacciandosi con i paesi in Black List;
- import/export;
- trattative ed operazioni che non prevedano mobilitazione d’IVA;
- operazioni già rendicontate durante l’anno tramite tessera sanitaria;
- operazioni già rendicontate con moneta tracciabile
Le attività che utilizzano moneta elettronica
Tutte le aziende finanziarie che installano dispositivi per l’utilizzo di moneta elettronica (POS) hanno l’obbligo di comunicare la nuova installazione ed i dati dell’attività richiedente alla Agenzia delle Entrate.
Tutte le operazioni effettuate tramite maneggio di moneta elettronica rientrano, con le stesse modalità delle altre, nello Spesometro 2017 e vanno comunicate per via telematica negli stessi giorni di scadenza. Non ci sono proroghe neanche per chi ha fatto acquisti con carta di credito a pagamento posticipato né revolving: fa fede lo scontrino del POS per la data e la transazione viene considerata nel giorno di emissione scontrino.
Come si compila lo Spesometro?
Per compilare lo Spesometro 2017 bisogna andare sul sito della Agenzia delle Entrate, dove è disponibile il software gratuito da scaricare. I file vengono scaricati sul proprio pc e si procede ad una compilazione guidata fino al momento di inviarlo. Prima dell’invio è possibile utilizzare una verifica elettronica che evidenzierà eventuali errori o anomalie, riducendo al minimo i rischi di inviare un modello mal compilato o sbagliato.
Quali fatture inserire e quali no nello Spesometro 2017?
- Fatture di compravendite con privati a meno che non siano tracciabili con altri mezzi, ossia pagamenti in moneta elettronica o assegno;
- Fatture in cui l’IVA viene versata direttamente all’Agenzia delle Entrate, le cosiddette “split payment”;
- Fatture “reverse charge”: cioè quelle fattura in cui l’IVA viene pagata direttamente dal committente. Queste vanno inserite nello Spesometro, avendo cura di specificare a chi è toccata l’IVA, soprattutto se il nominativo è diverso da quello del fornitore specificato;
- Fatture mediche sottostanti al SSN: anche se non contengono IVA vanno comunque inserite in quanto facenti parte del sistema passivo d’IVA;
- Fatture mediche da prestazione in libera professione;
- Fatture cointestate: vanno dichiarate da entrambi gli intestatari per l’intero importo;
- Fatture con sconti espressi: sulle fatture sulle quali compaiano diciture esplicite di sconto va indicata, esattamente, la cifra incassata al netto della scontistica applicata.
I dati fondamentali da indicare nello Spesometro
Ai fini di un corretto invio e per non avere problemi e grattacapi in tempi successivi per cavilli burocratici, ricordarsi sempre di:
- indicare in modo esatto tutti i codici fiscali e le partite IVA, controllarle più e più volte ed avvalersi del controllo elettronico presente sul software;
- indicare la somma dell’IVA mobilitata per tutte le operazioni non sottoposte ad obbligo di fattura ( solo scontrino o ricevuta );
- in caso di operazioni svolte con persone non residenti, quindi senza partita IVA o codice fiscale, riportare tutta l’anagrafica necessaria.