Se alziamo gli occhi in cielo, sono davvero tanti gli impianti fotovoltaici che negli ultimi anni affollano i tetti delle nostre città. Da Nord a Sud Italia sono numerosi quelli installati sulle coperture di piccole e medie imprese o di grandi centri commerciali, ma anche gli impianti presenti su abitazioni e villette private.
Più insolita invece la loro presenza sugli edifici condominali in quanto tante volte installare un impianto fotovoltaico in un condominio può essere oggetto di contese e di scontri in assemblee condominali. Fino a poco tempo fa la normativa in materia di impianti da fonti rinnovabili non era infatti del tutto chiara, poi a partire dal 2013 con la riforma del condominio è stata introdotta anche la questione dei pannelli solari per i palazzi residenziali.
Fotovoltaico su parti comuni di tetto e di edificio
Guida
Il primo punto da prendere in considerazione quando ci troviamo di fronte all’installazione di una simile impiantistica su un palazzo è quello che definisce il fotovoltaico quale investimento a medio lungo- termine e dunque come un progetto che va approvato in sede di assemblea condominiale. Quest’ultima non può però negarne l’autorizzazione ad un condomino che intende installare pannelli solari per la produzione di energia a scopo personale. Realizzare un simile impianto in condominio non costringe poi, al contempo, tutti i comproprietari ad intraprendere questa scelta, finalizzata sicuramente a risparmi sulla bolletta, oltre che ad una migliore vivibilità in quanto dispositivi eco-sostenibili. L’assemblea condominiale può solo intervenire per il modus operandi dell’intervento qualora venisse realizzato su parti comuni o imporre determinate regole per la sicurezza e il decoro dell’edificio.
Oggi anche solo un inquilino può decidere di realizzare tale sistema ad energia rinnovabile ad uso privato, usufruendo dello spazio condiviso. A stabilirlo è stato l’articolo 7 della legge n. 220 dell’11/12/2012; il testo normativo recita che è consentito “utilizzare spazi comuni condominiali per installare il fotovoltaico ad uso di una singola famiglia”.
Fotovoltaico in un condominio: richiesta installazione impianto
La riforma del condominio in materia di impianti fotovoltaici e più in generale di fonti rinnovabili permette, inoltre, l’installazione sia a favore di singole unità abitative, facendo uso di parti di tetto (solitamente si tratta di un lastrico solare) e di altre parti comuni dell’edificio, sia degli spazi idonei di proprietà individuale.
Ipotizziamo il caso di un’installazione su parti comuni, come può essere ad esempio un tetto: in questo caso l’assemblea può suddividere l’uso in parti uguali tra i condomini e ognuno è tenuto a permetterne l’accesso per l’esecuzione dei lavori. Come si farà? L’inquilino deve elaborare una richiesta da presentare agli altri abitanti del palazzo che permetta l’installazione dell’impianto su parti comuni.
Successivamente alla presentazione della richiesta, verranno messi in campo dei controlli da parte di personale specializzato che vaglierà i bisogni energetici e la disponibilità dello spazio. L’iter si conclude con la concessione e l’autorizzazione: il nuovo impianto verrà collegato solo al contatore elettrico del singolo appartamento e saranno ovviamente solo gli abitanti di quella abitazione ad usufruire dei vantaggi sul fronte di abbattimento costo e rientro spese iniziali.
Qualora la proposta venisse invece accolta dai due terzi dei partecipanti dell’assemblea condominiale, ossia dalla maggioranza, sarà consentito installare un impianto fotovoltaico ad uso condominiale. Ma si sa che il mondo è bello perché è vario e dunque chi non sarà favorevole ad affrontare la spesa, sarà esonerato dal pagamento ed il nuovo impianto sarà collegato al contatore generale del complesso residenziale. Soltanto gli inquilini disponibili potranno beneficiare dei vari vantaggi sia in termini di risparmio energetico che sul fronte dell’incentivazione.