Lettera di dimissioni: come scriverla e quando
Guida
La lettera di dimissioni è il documento con cui un lavoratore dipendente recede unilateralmente dal contratto di lavoro. I motivi che possono portare un soggetto a rassegnare le dimissioni volontarie sono vari, ma nella lettera non è necessario indicarli per giustificare la propria decisione.
Ma quando è possibile presentare la lettera di dimissioni? Le dimissioni sono un diritto del lavoratore, che questi può esercitare in qualsiasi momento, tuttavia è necessario rispettare le clausole del contratto di lavoro. Con l’entrata in vigore del Jobs Act, le dimissioni vanno presentate esclusivamente per via telematica. Una soluzione che ha lo scopo di contrastare la pratica delle cosiddette dimissioni in bianco.
Tuttavia nonostante da marzo 2016 l’unica modalità per l’invio della lettera di dimissioni sia quella telematica, alcune aziende richiedono ancora la presentazione di una lettera in formato cartaceo. Vediamo quindi come redigere una lettera di dimissioni.
Dimissioni volontarie: i dati da comunicare all’azienda
Prima di indicare quali dati vanno specificati nella lettera di dimissioni, però, è necessario ricordare che il documento che il lavoratore produce autonomamente non può essere utilizzato per inviare la comunicazione al Centro per l’Impiego.
Come già accennato, le dimissioni possono essere presentate in qualsiasi momento e il lavoratore non è obbligato a specificare i motivi per cui decide di lasciare il lavoro. L’unico obbligo che è tenuto a rispettare è quello di comunicare la propria decisione all’azienda datrice di lavoro, in forma ufficiale.
Le dimissioni vanno presentate con un certo preavviso, che varia a seconda dell’anzianità del lavoratore e al suo inquadramento contrattuale. Il preavviso serve al datore di lavoro per poter trovare un sostituto al lavoratore dimissionario.
La lettera di dimissioni da presentare al datore di lavoro deve essere redatta su carta semplice e inviata o recapitata a mano al datore di lavoro. In caso si decida di ricorrere alla posta è necessario che le dimissioni siano inviate con raccomandata con ricevuta di ritorno.
Nella lettera di licenziamento vanno indicati alcuni dati, senza i quali il documento non avrebbe validità. Nello specifico vanno riportati:
- i dati del lavoratore;
- i dati dell’azienda;
- la data in cui si è stipulato il contratto;
- la data a partire dalla quale le dimissioni avranno decorrenza.
Dimissioni telematiche e cartacee
Come stabilito dalle disposizioni del 12 marzo 2016, una volta che avrà ricevuto le dimissioni il datore di lavoro non dovrà più inoltrare la comunicazione al Centro per l’Impiego. Sarà il dipendente infatti a dover presentare le dimissioni in modalità telematica, recandosi presso uno degli enti accreditati.
In alternativa è possibile anche presentare le dimissioni autonomamente, accedendo al portale online del Ministero del Lavoro. Si tratta di una procedura che però è possibile solo per coloro che sono in possesso del codice Pin Inps di tipo “dispositivo”. In ogni caso il lavoratore dimissionario ha sette giorni di tempo per ripensarci e revocare la domanda inoltrata.
Va tuttavia ricordato che in caso di mancato preavviso il lavoratore dimissionario è soggetto all’applicazione di una sanzione economica con importo pari alle retribuzioni che questi avrebbe ricevuto durante il periodo di preavviso non lavorato.
Dimissioni senza preavviso: quando è possibile presentarle
In alcuni casi però è possibile licenziarsi senza dover presentare alcun preavviso, si tratta del cosiddetto licenziamento in tronco. Una possibilità che i dipendenti possono sfruttare solo in caso di licenziamento per giusta causa.
Si parla di giusta causa quando il datore di lavoro ha atteggiamenti scorretti o lesivi nei confronti del lavoratore, oppure quando si verificano gravi inadempienze, come il mancato pagamento di una o più mensilità. Il dipendente che si licenzia per giusta causa ha diritto, se la giusta causa viene accertata, a ricevere l’indennità di mancato preavviso sopracitata.
Riportiamo di seguito alcune situazioni in cui si parla di licenziamento per giusta causa.
- mancato pagamento delle mensilità spettanti al dipendente;
- ingiustificato demansionamento del lavoratore;
- mancato versamento dei contributi previdenziali previsti in favore del lavoratore;
- condotte lesive della reputazione o dell’onore;
- comportamenti scorretti di natura razzista;
- comportamenti vessatori tenuti da superiori o colleghi del lavoratore dimissionario;
- molestie di natura sessuale, anche psicologiche;
- mancata osservanza da parte dell’azienda delle norme in merito a sanità e sicurezza;
- ingiustificato trasferimento del lavoratore da una sede a un’altra.
- tentativo da parte dell’impresa di coinvolgere il dipendente in attività illecite.