Divorzio breve, ecco le nuove regole
Guida
Con la legge n. 55 del 6 maggio 2015 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’11 maggio) in Italia è stato introdotto il divorzio breve. Non tutti però sanno cosa è effettivamente cambiato con l’entrata in vigore della nuova normativa divorzio breve. Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza.
Questa nuova legge ha modificato in maniera radicale l’impianto normativo del divorzio, arrivato in Italia con il referendum del 1974, introducendo la possibilità per i coniugi di divorziare in soli 6 mesi.
Ma questo non è l’unico cambiamento apportato con l’introduzione della nuova normativa divorzio breve. Tuttavia è necessario precisare che anche con l’approvazione della legge sul divorzio breve, non a tutti i coniugi bastano 6 mesi per interrompere il loro matrimonio.
I coniugi infatti possono approfittare del divorzio breve solo nei casi di separazione consensuale. Di conseguenza, se la separazione non è consensuale ma giudiziale, il termine previsto è di 12 mesi. tuttavia il divorzio breve è possibile anche se la coppia ha figli minorenni.
Separazione consensuale e giudiziale: come si riducono i tempi del divorzio
La principale novità della nuova normativa divorzio breve il periodo di separazione ininterrotta che consente ai coniugi di richiedere il divorzio si riduce, in caso di separazione consensuale, da tre anni a sei mesi. Termine che si applica indipendentemente dal fatto che i coniugi abbiano o meno dei figli.
La nuova tempistica è valida inoltre anche se la separazione dei coniugi era inizialmente contenziosa, ma in un secondo momento diventa consensuale. In ogni caso il termine per calcolare la durata della separazione decorre dalla data in cui i due compaiono davanti al presidente del tribunale per la procedura prevista per la separazione personale.
Se la separazione avviene per via giudiziale invece la durata del periodo di separazione ininterrotta tra moglie e marito necessario per poter ottenere il divorzio passa da tre anni a dodici mesi. Come per la separazione consensuale, il termine per calcolare la durata della separazione giudiziale decorre a partire dalla comparsa dei coniugi dinnanzi al presidente del tribunale per la separazione personale.
Divorzio breve: come funziona la negoziazione assistita con avvocato
Per quanto riguarda l’accordo di negoziazione assistita, questo dovrà essere raggiunto con l’assistenza di due avvocati. Non è possibile infatti per i due coniugi farsi assistere dallo stesso legale. Va sottolineato inoltre che tale intesa potrà riguardare sia la separazione che il divorzio, ma anche la modifica delle condizioni stabilite per il divorzio.
L’accordo di negoziazione assistita è un’alternativa alla via giudiziale consensuale e, in quanto titolo esecutivo, va trasmesso al Pubblico Ministero competente che, nel caso in cui la coppia non abbia figli, si limiterà ad effettuare un controllo formale. Nel caso in cui i coniugi abbiano figli, il pm dovrà occuparsi anche di verificare che l’accordo tuteli gli eventuali figli minorenni.
In caso di esito è negativo, l’accordo sottoscritto dai coniugi dovrà essere inviato al presidente del Tribunale entro cinque giorni. Gli avvocati che assistono le due parti devono quindi trasmettere l’accordo all’ufficiale di stato civile del Comune competente entro 10 giorni.
In base a quanto stabilito dalla nuova legge, inoltre, l’accordo di negoziazione potrà essere sottoscritto nel giro di sei mesi dall’accordo di separazione.
Normativa divorzio breve 2017: divorzio senza avvocato e scioglimento della comunione
Una delle più importanti novità apportate con la nuova normativa divorzio breve è l’introduzione del divorzio senza avvocato. Dopo l’approvazione delle legge infatti è diventato possibile divorziare, separarsi e modificare le condizioni di divorzio anche di fronte al sindaco.
I due coniugi hanno dunque la possibilità di scegliere se usufruire o meno della tutela di un avvocato. Tuttavia il divorzio senza avvocato non è una strada percorribile per le coppie che hanno figli (sia minori che maggiorenni) bisognosi di tutela, né in caso di trasferimenti patrimoniali.
Per quanto riguarda lo scioglimento della comunione, la precedente normativa prevedeva che la separazione personale potesse essere una delle cause dello scioglimento della comunione. L’effettivo scioglimento della comunione però si verificava solo quando la sentenza di separazione passava in giudicato.
Con la nuova legge lo scioglimento della comunione legale si anticipa al momento in cui, nella separazione giudiziale, i coniugi vengono autorizzati dal presidente del tribunale a vivere separati, ossia nell’udienza di comparizione.
In caso di separazione invece lo scioglimento della comunione entra in vigore a partire dalla data di sottoscrizione del verbale di separazione.
Se i due coniugi si trovano in comunione dei beni, l’ordinanza attraverso la quale si autorizza la coppia a vivere separatamente dovrà essere comunicata all’ufficio di stato civile, affinché venga annotato sull’atto di matrimonio dello scioglimento della comunione.
Ricordiamo infine che in base a quanto stabilito dalla legge sul divorzio breve, le nuove tempistiche per divorzio e scioglimento della comunione devono essere applicate anche ai procedimenti che erano già in corso alla data dell’entrata un vigore della legge.